La mia compagna di viaggio... (Valter)
Ciao sono un ragazzo di 20 anni, mi chiamo Valter, frequento il primo anno d’università alla Bocconi di Milano. Con questa mail desidero parlare un po’ della mia vita e soprattutto di una mia compagna di viaggio che mi segue (purtroppo) fedelmente da quando ero bambino: la balbuzie.
Ho iniziato a balbettare quando ero all’asilo ma non ne so bene il motivo, in ogni caso inizialmente non mi ha pesato in quanto quando sei piccolo non te ne rendi conto. Man mano che crescevo diventavo consapevole del mio problema che si faceva, a mio avviso, sempre più grave (anche se agli altri forse non interessava niente!!!).
Fortunatamente in quinta elementare ho incontrato in un centro di rieducazione una persona davvero straordinaria: Piero Pierotti, il quale ha aiutato me e altri ragazzi che navigavano sulla mia stessa scomoda barca.
Poi, in seguito a questo corso sono, migliorato e ho continuato la mia carriera scolastica alle scuole medie. Vorrei ricordare che a causa del mio problema è stata un’esperienza negativa.
Prima però volevo porre una domanda a tutti i giovani che balbettano: non vi è mai capitato di essere a scuola e di avere una voglia matta di intervenire durante una lezione o di leggere ad alta voce in classe? Oppure non vi è mai capitato di sentire il professore cercare volontari per leggere? Io morivo dalla voglia di fare queste due cose ma ahimè a causa delle balbuzie non alzavo mai la mano per propormi. Oppure i professori chiamavano sempre i soliti e mai me…
Questo calvario è continuato anche al biennio del liceo scientifico.
Poi, nel ‘97, ho deciso di iscrivermi ad una scuola militare a Venezia perché volevo realizzare il mio sogno: diventare un ufficiale di Marina; sono entrato e lì ho dovuto alzare i gomiti e far venire fuori il VERO VALTER (che sapevo essere dentro di me) perché mi capitava spesso e malvolentieri di parlare con ufficiali comandanti e tante altre persone che spesso mi mettevano in situazione di gran disagio. Lì ho capito che se non mi davo una svegliata non potevo più vivere, o meglio avrei continuato a vivere come un perdente, ma a me essere sottomesso non piaceva proprio.
Voi vi chiederete: che fare allora?
Adesso vi dico la soluzione: innanzi tutto, dopo aver frequentato tre anni fa un secondo corso con i due mitici "Pieri" (Piero D’Erasmo e Piero Pierotti) a Sassone in quel di Roma, ho continuato a fare esercizi di rilassamento, di musicoterapia, di autostima ecc., ma soprattutto ho dovuto cambiare con molta difficoltà ME STESSO.
Era finita l’età dell’infanzia e dovevo quindi assumermi certe responsabilità senza scaricarle su altri, come abbiamo sempre fatto (molti di noi sono grandi esperti nello svincolarsi…); inoltre ho imparato ad affrontare i problemi senza più AGGIRARLI. Vi porto degli esempi per far capire il mio cambiamento pur balbettando ancora un poco nei momenti di maggior tensione (esami, parlare in pubblico…): un mese fa andai nel mio paese alla Messa delle 11 e alle 10.59, non appena misi piede in cappella, mi chiesero se volevo leggere. Subito ho pensato “ma se poi balbetto…, no non me ne frega niente, io oggi LEGGO perché posso farlo e se anche balbetto un po’, pazienza”. Arrivato il mio turno lessi in un modo meraviglioso senza MAI balbettare. Spesso vado a certi convegni e mi capita che mi chiedano un mio intervento e parlo senza problemi. Avrei anche altri casi simili da raccontare.
In ogni caso sto continuando a convivere, ora serenamente, con questo mio problema. Meglio, chiamiamola caratteristica!
Vorrei rispondere a Nicola (ho letto la sua testimonianza sul sito) che chiede di poter scrivere durante le interrogazioni. Io ti consiglio invece di sforzarti a parlare e soprattutto di fregartene di quello che possono pensare o dire gli altri: forse la soluzione del nostro difetto è in questo o almeno questo può essere l’inizio di un giusto percorso. Poi magari avremo bisogno di qualche tecnico serio e capace che ci aiuti, ma il giusto inizio – ripeto – dobbiamo cercarlo dentro di noi.
Un ciao e un bell’in bocca al lupo a tutti!!!