Suckerfish

L’adolescente

Perché “fare qualcosa”?

Bella età, quella dell’adolescenza! Purtroppo ha anche parecchi risvolti problematici... Tra questi, per esempio, quello di non concepire né ammettere limiti, soprattutto in senso fisico. Ci si sente forti, in grado di affrontare tutto e tutti con le proprie forze, anzi con le proprie mani. Questa benedetta balbuzie proprio non ci voleva! In quanti modi abbiamo provato a vincerla, quante volte ci siamo preparati per bene ad una interrogazione. Ma poi proprio lì, davanti a tutti i compagni, nella materia preferita e nella situazione in cui tenevamo a far bella figura, zac! la tagliola della balbuzie ci ha preso alla gola, ci ha fatto mancare il respiro, ci ha bloccato lo stomaco, ci ha vinto...

Ci riesce difficile ammettere di avere un limite. Magari siamo belli, forti, simpatici, intelligenti... ma, c’è un ma: LA BALBUZIE. Dovremmo cercare di smettere di chiederci “perché proprio io?”, smettere di aspettarci il miracolo la mattina al risveglio, smettere di fantasticare su che cosa potremmo fare SE NON BALBETTASSI.

Prendete voi l’iniziativa!

C’è una sola cosa da fare: guardarci allo specchio e dirci: OK, VISTO CHE BALBETTO, voglio fare qualcosa. È cioè necessario prendere coscienza che la nostra parola ha bisogno di una “messa a punto” e lavorarci su. È molto importante che l’adolescente cerchi le motivazioni per cominciare ad occuparsi della propria parola. Diciamo cominciare, ma sappiamo benissimo che molti sono stati almeno una volta da un logopedista o da uno psicologo. Il fatto che si sia probabilmente già seguita una cura per la balbuzie, non esclude il poter prendere la cosa di nuovo in considerazione. Sappiamo tutti che la balbuzie cambia nel tempo e che emozioni e atteggiamenti cambiano anch’essi man mano che si fanno nuove esperienze.

C’è una frase che ai ragazzi piace sempre: “Quando il gioco si fa duro, i duri entrano in campo” .

Proviamoci. O, per alcuni, riproviamoci.
 

Suggerimenti per l’adolescente

  1. Prendi questi suggerimenti per quello che sono: semplici indicazioni che possono aiutarti a gestire meglio le tue disfluenze e farti sentire più sicuro di te.
  2. Incomincia a “fare i conti” con la tua difficoltà di parola: fingere che non ci sia non ti aiuta. Tutti hanno dei punti deboli, il tuo è la balbuzie. Se riesci a capire che la balbuzie è una tua caratteristica ti sarà più facile intraprendere una strada che ti porti a ridurla sempre di più nel tempo. Fino a quale punto? Beh, non mettere limiti alle tue capacità. Ma se, al contrario, non la ammetti neanche con te stesso non ti sarà possibile fare dei cambiamenti per parlare meglio.
  3. Mettiti in ascolto di te stesso quando balbetti e quando parli in modo fluente e cerca di capire quali sono le differenze più evidenti tra i due modi di parlare (stato d’animo, tensioni muscolari, sentimenti...). Sicuramente quando hai dei blocchi e delle difficoltà contrai qualche muscolo della bocca, del torace, delle spalle o di altri distretti muscolari. Cerca di individuare quali sono e di tenerli il più possibile rilassati.
  4. Il modo migliore per vincere la paura di parlare in certe situazioni per te difficoltose è solo uno…affrontarle. Per quanto una situazione ti possa spaventare è importante non evitarla perché così la paura cresce sempre di più e anche il livello di fluenza peggiora. Al contrario più tu affronti una difficoltà (telefonare, parlare in classe, fare domande…) e meno paura avrai della stessa. Naturalmente se fino a oggi hai evitato molte parole, persone e situazioni, incomincia con la prova che ti mette meno paura per poi, poco alla volta, arrivare ad affrontare le situazioni più difficili e ansiogene. Evitare ti può far comodo sul momento ma alla lunga non ti gratifica più. Al contrario, se riesci ad affrontare prove per te difficili, tenendo conto della tua difficoltà specifica, la tua autostima ne uscirà rafforzata, anche se avrai balbettato un po’. Ricorda comunque che la paura di parlare in pubblico è molto diffusa e sentita anche dai “normofluenti”!
  5. Non colpevolizzarti se fino a oggi hai cercato degli stratagemmi per non dover parlare: hai solo tentato di proteggerti e di non farti del male. Con una nuova consapevolezza puoi però iniziare un cammino di cambiamento.
  6. Complimentati con te stesso per tutti i cambiamenti, anche piccoli, che riesci a fare, per ogni situazione difficile affrontata, anche se hai balbettato. Ogni cammino di cambiamento è difficile e talvolta molto lungo. Non importa quanto sia lontana la meta, l’importante è sapere che sei sulla via giusta e ogni passo, per quanto piccolo, ti avvicina ad essa.
  7. Metti in conto che incontrerai difficoltà e che certe volte, molto spesso per stanchezza o distrazione, ti potrà succedere di tornare a balbettare dove credevi di essere diventato sicuro. Non ti preoccupare, succede, fa parte del cammino, soprattutto se pensi, come avrai sperimentato di persona, che la balbuzie è un disturbo molto altalenante sia nell’intensità che nella frequenza.
  8. Cerca di non identificarti nella parola “balbuziente” perché questo ti può far sentire “condannato” ad una condizione statica e immutabile. Pensa piuttosto che sei una persona che certe volte balbetta, alcune di più e altre di meno. In questo modo chiami il tuo disturbo con il suo nome, senza giri di parole, ma nello stesso tempo non ti ci identifichi. La tua balbuzie, per quanto grave possa essere o per quanto tu la senta opprimente, è solo una parte di te, una tua caratteristica insieme a mille altre.
  9. Incomincia, se ancora non lo hai fatto, a parlare per primo della tua balbuzie, partendo dalle persone con cui sei maggiormente in confidenza. Affrontare il discorso sulla tua difficoltà aiuta te a prenderne coscienza e gli altri a capirla meglio. La maggior parte delle reazioni “sbagliate” degli altri (finire le parole al posto tuo, strabuzzare gli occhi, prenderti in giro, provare imbarazzo…) nascono proprio dall’ignoranza del problema. Pensa tuttavia che gli altri non sono tenuti a conoscere il tuo problema. Tu per primo dovresti essere interessato a farlo conoscere meglio affinché le reazioni degli altri siano più adeguate e non ti mettano in difficoltà. Questo vale soprattutto se hai già conosciuto l’ironia e le prese in giro da parte di compagni, amici ecc. Se invece tu per primo fai simpaticamente dell’autoironia, magari con espressioni del tipo “oggi mi incanto proprio!” oppure “quando tira vento per me è più difficile!”, automaticamente scoraggerai l’ironia degli altri, che da quel momento inizieranno a considerarti simpatico e coraggioso. In effetti per fare autoironia ci vuole molto coraggio e amor proprio, ma è anche importante… non prendersi troppo sul serio! Ricordo ancora l’esperienza raccontata da un ragazzo di 16 anni che un giorno disse ad un amico: “Ce l’hai mezz’ora di tempo che ti devo parlare 10 minuti?”
  10. Prendi in considerazione l’idea di seguire una terapia se ti accorgi che da solo non ce la fai o che non sei soddisfatto dei cambiamenti parziali che sei riuscito a fare. Parlane con i tuoi genitori. Non andare a caso ma cerca con calma, fatti consigliare da persone esperte, confronta le metodologie e poi scegli ciò che ritieni più utile per te. Ricorda però che la balbuzie non si può risolvere in una sola notte come per miracolo e diffida di chi ti promette cambiamenti facili e veloci. Incontra personalmente lo specialista che ti seguirà e cerca di conoscerlo meglio parlando con lui. Se non ti trovi bene o non ti ispira fiducia non sei obbligato ad affidarti a lui, ma una volta che avrai scelto, affidati e segui le sue indicazioni.
  11. La motivazione che ti spinge a voler fare terapia non deve essere legata alle aspettative dei tuoi genitori (“lo faccio per far piacere a loro”), ma deve nascere da te, dal tuo profondo. Sarebbe bello che nel deciderti per un trattamento non ti concentrassi tanto sulle brutte figure fatte ma che cercassi invece di pensare a te, a come staresti meglio e a come saresti più libero di dire sempre quello che senti.
  12. Infine, se vuoi scambiare quattro chiacchiere con qualcuno dell’Associazione, per sfogarti, per chiedere un consiglio o per altro ancora, oggi i sistemi non mancano certo: scrivici una mail sul nostro sito o magari contattaci su Facebook: ci trovi anche lì!
  13. Informare gli insegnanti dei fattori che generano la balbuzie e indicare lo strumento di verifica più adeguato, a proprio giudizio: interrogazione orale in classe o fuori della classe, oppure verifica scritta o altro.