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Iniziamo da Indro Montanelli

Enzo Biagi e Indro Montanelli
Enzo Biagi e Indro Montanelli

Vogliamo qui ricordare Indro Montanelli in quanto ci viene da fare una considerazione: se uno dei più grandi giornalisti italiani si fosse imbattuto agli inizi della carriera in qualche direttore di giornale che giudica una persona – come oggi fanno molti datori di lavoro – soltanto dal suo modo di parlare, probabilmente non saremmo qui a parlare del “grande” Montanelli. Uno “di noi”, uno che la balbuzie aveva imparato a tenerla a freno con il trascorrere dell’età, parlando in modo controllato e rallentato, scandendo ogni parola, ogni sillaba.

Non è nostra intenzione farne un necrologio. Ne sono stati già fatti tanti quando è scomparso, anche da personaggi del mondo politico che avrebbero fatto miglior figura a starsene zitti. E poi lui, Indro, avrebbe sicuramente detto: “Bischerate!”.

Riportiamo solo uno stralcio di un articolo di Giorgio Torelli, suo amico prima ancora che collega, apparso su “Il Giornale” del 24 Luglio 2001:

«Ricordo un giorno d’estate a Bassano del Grappa, quando dirigevamo insieme su Cortina e ci eravamo fermati a un piccolo ristorante con dieci tavoli. Faceva caldo. Si sentivano i ventilatori. (...) Come al solito, Indro negligeva il cibo. Ma adesso – appassionandosi all’argomento [sull’esistenza di Dio, n.d.r.], finalmente cavalcandolo e perfino dandogli di sprone – scostava addirittura il piatto. E proclamava con un crescendo di balbuzie: “perché, se Dio ci fosse, allora là, allora là...”. Lo si vedeva indicare con la perentorietà di un dito (...) un punto immaginario della parete. Tutti i commensali del ristorante (...) avevano fatalmente posto orecchio al nostro discorrere. Ed era inevitabile che seguissero la traiettoria del dito per capire cosa mai Indro intendesse dire...»

Nel nostro sito, elencando i balbuzienti famosi nella storia e quelli dei giorni nostri, non avevamo volutamente citato Montanelli quando era ancora in vita per una forma di delicatezza e di rispetto: ci parve un modo tutto “nostro” di rendergli omaggio partendo proprio da lui, che non si è mai lasciato mettere i piedi in testa da nessuno, per elencare una serie di soprusi subiti da persone che non hanno la sua stessa forza, il suo carattere, la sua rabbia e la sua grande cultura.

Sia anche chiaro che non intendiamo fare del vittimismo: ci limiteremo ad elencare i fatti.