Suckerfish

Conclusioni

Conclusioni ironiche

I nostalgici dicono: “Si stava meglio quando si stava peggio...”. Non siamo in grado di dirlo perché non abbiamo vissuto gli anni del fascismo e naturalmente come Associazione non diamo nessun significato politico a questa frase. Certo è che chi balbettava a quei tempi aveva certamente dei vantaggi:

 
  • Il nemico vi ascolta... Tacete!
  • Taci! Se parli tradisci la Patria!
Due cartoline del tempo di guerra: che pacchia doveva essere per chi balbettava!
 


Conclusioni serie

Il Telefono Azzurro, dal 1987 dalla parte dei bambini

Associazione benemerita, il Telefono Azzurro: ma qualcuno ha mai pensato che un bambino che balbetta (e anche un adolescente o un adulto, certe volte) difficilmente troverà il coraggio di alzare la cornetta?

Quando parliamo di “discriminazioni” e cito il Telefono Azzurro, ovviamente non pretendiamo che sia riservata ai bambini che balbettano una linea privilegiata, con un operatore specializzato in balbuzie.

Vuole essere, la nostra, una provocazione vera e propria, visto il disinteresse che ci circonda, visto che ci riesce difficile, impossibile anzi, far parlare di noi, interessare un quotidiano, far scrivere di balbuzie un periodico, riuscire a coinvolgere sul tema un programma televisivo...

Probabilmente per far scrivere di balbuzie in modo serio e corretto bisognerebbe pagare qualcuno. Più volte abbiamo spedito ai mass media qualche centinaio di e-mail o fax nella speranza che fosse data notizia dell’”Awareness Day”, la giornata mondiale della consapevolezza che si celebra in tutto il mondo. Chi ne ha parlato? Soltanto “L’Adige” di Trento qualche anno fa ha pubblicato un articolo interessante e “Il Tirreno” di Livorno ci ha riservato più volte un po’ di spazio sulla cronaca di Pisa. E poi il buio più assoluto.

Il responsabile di una trasmissione televisiva, contattato da un amico comune, nostro socio, ha detto chiaramente che interessavano soltanto fatti clamorosi, fatti di sangue, tragedie, ecc. Naturalmente avremmo dei fatti tragici da raccontare ma non ci piace mettere in piazza le disgrazie di nessuno.

Vorremmo quindi che fosse ben capito il senso del termine “discriminazione” usato in questo contesto: oltre alla persona che balbetta ci sentiamo discriminati noi, che di balbuzie ci occupiamo. Dipenderà anche dal fatto che siamo apolitici e soprattutto apartitici, che non coltiviamo amicizie importanti, che non paghiamo nessuno, né ci piace incensare chi non lo merita...

È pur vero che in questo modo non riusciamo neanche a fare appieno l’interesse delle persone che balbettano. Ma proprio per questo è necessario far quadrato: possibile che tra noi, tra i nostri parenti, tra i nostri amici, non ci sia qualcuno che conosce un personaggio del giornalismo, della politica, della vita pubblica, della televisione, dello spettacolo, dello sport... insomma qualcuno che conti e che ci dia una mano a farci conoscere, a far parlare di noi, per risvegliare qualche coscienza, perché la Sanità cominci finalmente ad occuparsi di balbuzie, perché se le istituzioni ci escludono dai concorsi di lavoro ci diano automaticamente la possibilità di rientrare nelle categorie speciali, perché – almeno – non continuiamo ad essere trattati come cittadini di serie B e, quando va bene, ad essere ignorati.

Chi avrà avuto la pazienza di leggere queste pagine è evidentemente coinvolto nel discorso in prima persona, o lo è qualcuno dei suoi cari: non continui a fare lo struzzo, tiri fuori la testa dalla sabbia, si unisca a noi... E insieme, tutti insieme, sarà forse possibile far sentire la nostra voce. Sarà magari anche un po’ esitante, ma se sarà la voce di tutti sarà potente e riuscirà finalmente a far sobbalzare qualcuno sulla sua comoda poltrona.