Suckerfish

Giuliano

Ho partecipato con gioia al convegno tenuto ad Asolo qualche settimana fa in occasione dell’annuale Awareness Day, dove uno dei temi affrontati dal nostro amico e “collega” psicologo è stato quello della vergogna, vergogna intesa come presa di coscienza di quello che non vorremmo mai vivere.

Superfluo dire che ritengo assolutamente importante il tema, ma non dimentichiamoci della speranza che alberga in ognuno di noi.

Credo fermamente che la speranza sia il motore del nostro vivere, la speranza intesa come amor proprio, come volontà di arrivare laddove solo con pindarici voli della nostra fantasia ci si aspetterebbe di arrivare (e noi balbuzienti sappiamo benissimo cosa significhi desiderio di parlare fluentemente, vero?).

Come spesso accade, dopo un lungo e penoso percorso da un logopedista, nulla accadeva in me! Nonostante sia sempre stato considerato un carattere forte in classe e magari per questo non venivo deriso molto per la mia balbuzie, ho sempre vissuto male questa situazione a tal punto che, intrapresi gli studi universitari, decisi di fare qualcosa per me, ma qualcosa di serio!

Ed eccomi qui, dopo un percorso suggerito dagli amici dell’Associazione con un’équipe qualificata, sono finalmente riuscito a fare quello che ho sempre sperato di poter fare. L’avvocato!!! E che felicità quando mi capitano i processi penali.

Per chi non lo sapesse, l’avvocato penalista è l’essenza dell’avvocatura per tutta una serie di cose: si indossa la toga, c’è improvvisazione e molte volte si deve parlare “a braccio” (cioè senza un copione). Già, avete capito bene! Si deve parlare e non semplicemente scrivere come accade nei processi civili, dove al massimo scambi qualche breve idea con il Giudice, ma nulla più!

Qui, in sede penale intendo, si devono fare le arringhe! Quelle cose che si vedono nei film ma che molto spesso corrispondono alla realtà dei fatti. Parlare anche per mezze ore, ben sapendo che di lì a poco sarà il tuo turno.

E quindi ansie, angosce, paure (chi più ne ha più ne metta) escono dal profondo della tua anima e ti bloccano.

Ora, posso tranquillamente e serenamente modificare anche la coniugazione dei verbi, che escono, che non mi bloccano più! Certo, non che siano completamente sparite le ansie, ma quando vedi un buon risultato queste si attenuano enormemente. E dicevo della speranza, speranza di poter fare una bella figura ovunque voi desideriate, finanche laddove, come me, ci si deve costantemente confrontare con chi dell’oratoria ne fa un’arte!

Piero mi ha cortesemente chiesto (sono socio dell’AIBACOM da sempre) di scrivere due righe, anche se, sinceramente, era un po’ che volevo farlo, ma ora scrivere è solo un ripiego, mi piacerebbe molto di più raccontarvele queste cose affinché possiate capire meglio come la ferma volontà e convinzione di fare una cosa ti consenta di realizzare quello che a noi tutti parrebbe insormontabile! Ovviamente occorre avere anche la fortuna di trovare qualcuno che sappia aiutarti veramente in questo tuo percorso.

Dobbiamo, ognuno a modo nostro, credere fermamente nella nostre potenzialità (anche se non sono così sprovveduto nel credere ai miracoli), credere nella nostra speranza mai sopita di poter “guarire” un giorno da questa “cosa”.

E poi che volete che sia se qualche volta mi incespico pure io: gli altri nemmeno se ne accorgono, lo sapremmo solo noi pochi intimi!

Nell’antica Roma la dea Spes era la personificazione della speranza e visto che fu l’ultima a morire... Spes ultima dea!


Giuliano, Venezia, Novembre 2008