Suckerfish

Una mamma di Vicenza

Gentile Signor Pierotti,

faccio seguito alla sua mail del mese di agosto per ringraziarla della sua cortesia, gentilezza e soprattutto per il prezioso aiuto. Ho seguito il suo consiglio. Dopo aver letto le pubblicazioni acquistate da voi, ho atteso l’inizio della scuola materna (è il primo anno per mia figlia!) per vedere se qualcosa nella sua fluenza cambiava. Dopo un inizio incoraggiante mi sono trovata, negli ultimi 10 giorni, con gli stessi dubbi e timori.

Mi sono così decisa a chiamare proprio ieri lo specialista che mi aveva consigliato e l’ho trovato, come diceva lei, persona cordiale e disponibile. Mi ha indirizzato ad una struttura di Verona e il 24 novembre saremo lì, io e mio marito, per un primo incontro.

Ieri mi è poi arrivato, gradita sorpresa, il vostro giornale e non ho potuto non soffermarmi a riflettere sul suo articolo “Perché associarsi?”. È estremamente crudo e vero ciò che lei scrive perché purtroppo mi rivedo, e non ne sono fiera, tra quei genitori che chiedono aiuto, cercano una parola di conforto e di solidarietà a chi sanno che possa capire i loro dubbi e le loro angosce e poi si dimenticano che un’associazione vive perché ci sono persone che contribuiscono a tenerla in vita.

Ho pensato a quante persone potrebbero non ricevere gli stessi utili, validi, preziosissimi consigli di cui mi sono servita io. Ho pensato a quanti genitori potrebbero capitare magari nelle “mani sbagliate” sperando di ricevere un aiuto per il proprio figlio. Ho pensato a quanti bimbi potrebbero non venire aiutati nel modo giusto nel trovare una strada per risolvere il disturbo. Da donna e mamma (in attesa di un secondo figlio!) mi sento di dover coscientemente contribuire (una goccia nell’oceano, ma come dicevate voi meglio di niente) e le anticipo che da domani l’AIBACOM conterà un nuovo socio.

È un modo ancor più utile per dirvi grazie per ciò che avete fatto, fate e farete per quanti vivono o sono vicini a questo problema.

Con gratitudine.
Una mamma, Vicenza, Dicembre 2009